«…sono simile a un vaso rotto» (Salmo 31 verso 12).
Come un vaso rotto. Così si sentono tante volte le mamme, quando approdano a Casa Betania. Piegate dalle fatiche della vita, dalle sofferenze e dai traumi.
Come un vaso infranto i cui cocci sono sparsi qua e là. Vengono nascosti perché nessuno possa vederli, perché il vaso rotto ha perso, con la compattezza, anche la sua bellezza originale.
Così passano settimane, mesi, nell’ombra, nella solitudine, nel silenzio. Nello sconforto.
Ci vuole tempo. E pazienza. E perseveranza. Ci vuole la forza di fidarsi e affidarsi.
Ci vuole qualcuno che provi a tirar fuori i cocci rotti da dove erano nascosti. E li cominci a guardare da vicino, uno ad uno, ad accostarli, a ridare loro un senso e una possibilità.
I tasselli sono tanti. L’accettazione. La fiducia. La ricerca di equilibrio. La dignità. La capacità di proiettarsi nel futuro, di desiderare. Il pensiero dei figli. Il lavoro, la casa.
Dal primo all’ultimo momento, Casa Betania è al fianco di queste donne. Ad aiutarle nel ricomporre i pezzi dell’intricato puzzle si alternano tante figure, pronte a mettere in luce questo o quest’altro aspetto. Le operatrici della casa, le volontarie, le altre mamme presenti nella struttura, l’assistente sociale, il mediatore culturale, la psicologa, l’educatrice che le accompagna nel mondo del lavoro…
Ogni pezzo ricomposto è un piccolo grande traguardo, una tappa importante nella (ri)costruzione della stabilità. Così, un po’ alla volta, le ferite vengono comprese, accolte, risanate. E quello che viene fuori, tante volte, è sorprendente.
Ce lo insegnano i giapponesi: da un vaso infranto può rinascere qualcosa di bello, di unico… La chiamano kintsugi, l’arte tradizionale di riparare i frammenti di un oggetto di terracotta con dell’oro, attraverso un processo che richiede cura, pazienza, precisione. Le linee di rottura sono lasciate visibili, l’oro ne accentua la bellezza, la fragilità anziché indebolire l’oggetto lo impreziosisce.
C’è una delicata lezione simbolica in questa tecnica. Consiste nell’accogliere le fratture che ognuno di noi può portare dentro di sé, nel comprendere che i segni impressi dalla vita sulla nostra pelle hanno un valore e un significato, e che è da essi, dalla loro accettazione, dalla loro rimarginazione, che prendono il via i processi di “rinascita” interiore.
Alle mamme resilienti,
che imparano a rimettere insieme i pezzi,
che abbracciano la bellezza della propria fragilità,
alle mamme caparbie,
che si rialzano più forti di prima,
a loro è dedicata la campagna pasquale di quest’anno.
Scegliendo le uova di Pasqua di Casa Betania si sostengono concretamente i progetti di accoglienza rivolti a queste giovani donne, i loro percorsi verso l’autonomia, i programmi di inclusione lavorativa.
Tassello dopo tassello, uovo dopo uovo, aiutateci a ricomporre tutti questi puzzle….
Nun c’è niente de più bello de na persona in rinascita. Quanno s’ariarza dopo na caduta, dopo na tempesta e ritorna più forte e bella de prima. Con qualche cicatrice in più ner core sotto la pelle, ma co la voglia de stravorge er monno, anche solo co un sorriso.
(Anna Magnani)