Come dar senso alla parola pacifismo, per noi che “stiamo bene” in questa nostra fetta di mondo? era la domanda che si poneva Sergio sullo scorso numero del Ditutticolori. E si rispondeva sottolineando quanto fosse importante accompagnare alle parole dei gesti concreti: quelli che si possono fare nella vita di tutti i giorni e che vanno in direzione della giustizia e del bene comune.
Ebbene Sergio, eccone uno: comprare un paio di sandali. Cosa??
Il progetto si chiama Peace Steps, ovvero passi di pace: sandali in cuoio realizzati in un piccolo laboratorio di pelletteria a Hebron, in Cisgiordania, grazie al sostegno della ONG Vento di Terra e alla bottega Nazca MondoAlegre. Il progetto in realtà è più ampio e tramite una serie di iniziative avviate negli anni vuole garantire lavoro e opportunità di sviluppo eque e sostenibili per giovani e donne nelle comunità beduine e altre comunità marginalizzate della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.
Per la realizzazione dei sandali sono stati forniti strumenti moderni, approntati luoghi di produzione salubri e a norma, insieme ai partner e designer italiani sono state scelte le pelli e sviluppati i modelli.
Forse ve li ricordate: alla Festa di Casa Betania di due anni fa, proprio quella dell’“In piedi costruttori di pace!”, avevamo avuto modo di vendere questi sandali all’interno degli spazi del nostro Laboratorio solidale.
Ora, qualche settimana fa, nella casella di posta del Laboratorio arriva questo messaggio:
Nonostante la drammatica situazione attuale della Palestina, noi continuiamo a credere nel progetto Peace Steps.
Si tratta di una scommessa importante perché non sappiamo come evolverà il conflitto, non abbiamo la certezza che Hani Al Jabari, il nostro artigiano palestinese, e i suoi collaboratori riescano a procurarsi ancora i materiali o che, banalmente, al laboratorio arrivi la corrente elettrica necessaria per la produzione dei sandali e delle borse. E non sappiamo nemmeno se una volta pronti i prodotti riusciranno a spedirli. Nonostante tutte queste incertezze noi vogliamo continuare a dargli un’opportunità lavorativa, anche perché senza il turismo, fermo da più di un anno, siamo rimasti il loro unico cliente.
Per questo vi chiediamo di fare ancora uno sforzo insieme a noi e di partecipare al preordine dei sandali e delle borse artigianali in cuoio per la prossima primavera.
Ribadiamo insieme, ancora una volta, che crediamo nei passi di pace, e che per quanto possano sembrare piccoli di fronte all’incertezza del momento, sono un forte segnale di speranza per i nostri produttori e le loro famiglie.
Ecco, questo è l’appello a cui, come Laboratorio e come cooperativa, abbiamo deciso di aderire senza pensarci due volte. I sandali hanno tutti nomi di città palestinesi, che solo a sentirli mettono i brividi: Shufat, Hebron, Nablus, Rafah, Gaza. Sono di ottima fattura, comodi e resistenti.
Il preordine è stato inviato: in primavera arriveranno quindi sugli scaffali del Laboratorio tanti modelli di sandali, e qualche bellissima borsa in pelle (tipo Tolfa, se possiamo azzardare un gemellaggio tra i monti della Giudea e i monti tolfetani).
Speriamo di aver scelto il modello (e il numero) giusto per i vostri piedi!
Sappiamo che è un piccolissimo contributo sulla via della collaborazione, della comprensione e della pace… sono solo gocce nell’oceano.
Ma quelle che per noi sono gocce, per qualcun altro possono essere oceano.
Ogni lungo viaggio inizia con un piccolo passo. La pace non è un approdo, è un cammino a piccoli passi.