Nel nostro Laboratorio amiamo raccontare storie. Sono le storie nascoste dietro ai prodotti esposti sugli scaffali, quelle storie che una volta scoperte, ci fanno guardare agli oggetti come a qualcosa di completamente diverso, di prezioso, quasi di sacro, qualcosa da custodire più che da consumare. Questa, se volete, è una di quelle storie.
Tutto comincia lontano, in Palestina, con un gesto semplice e antico: un seme che affonda nella terra, piantato in primavera da mani che conoscono la fatica e la speranza.
Sotto il sole di maggio, quella terra – spesso arida, segnata dai conflitti ma anche da un amore ostinato per la vita – custodisce il miracolo della crescita. Durante l’estate, il seme si trasforma in pianta, e intorno ad essa cresce una comunità di agricoltori che non coltivano solo cibo, ma dignità. Mentre il mondo parla di guerra, loro continuano a seminare pace, un raccolto dopo l’altro.
In autunno arriva il tempo della raccolta: datteri maturi al sole, mandorle croccanti, spighe dorate di grano che diventerà couscous, che raccontano una stagione intera di lavoro e di attesa. Poi comincia un altro viaggio: i prodotti vengono confezionati con cura, caricati su container e trasportati per mare, portando con sé il profumo del deserto e la forza di chi resiste coltivando.
Anche noi, in Laboratorio, stiamo vivendo questa attesa. A settembre abbiamo aderito a una campagna di Altromercato e fatto un pre-ordine di alcuni prodotti — couscous, datteri e mandorle— proprio nelle settimane in cui la parola “Palestina” riempiva le notizie e i cuori. Purtroppo, in questi mesi, l’orrore di Gaza ha colpito anche alcuni volontari e dipendenti coinvolti nel progetto. Ma nonostante tutto, la vita cerca di andare avanti, e così, verso marzo, arriveranno in Laboratorio le tre tipologie di prodotti, e noi li accoglieremo come un dono prezioso.
“Ma da dove vengono esattamente, e come è possibile farli arrivare dalla Palestina in questo periodo?” chiedono spesso ad Altromercato. “È effettivamente un mezzo miracolo, rispondono, dovuto alla resilienza (Sumud) dei nostri partner in Cisgiordania, ma anche all’impegno di chi ordina questi prodotti in Italia.”
Ma facciamo un passo indietro. Questa storia affonda le sue radici molto lontano, negli anni Ottanta, quando in Palestina nacque l’Ong PARC (Palestinian Agricultural Relief Committee). In un contesto di forte instabilità politica ed economica, un gruppo di agronomi, tecnici agricoli, agricoltori pionieri e veterinari decise di reagire alla crisi promuovendo la convivenza, lo sviluppo rurale e l’emancipazione femminile attraverso formazione e lavoro.
Fin dai primi anni, PARC comprese che la permanenza dei contadini sulla propria terra era una forma concreta di resistenza e di affermazione dell’identità palestinese. L’agricoltura, infatti, non solo garantiva occupazione e sicurezza alimentare, ma permetteva agli espulsi di tornare a lavorare i propri campi, difendendo il diritto a vivere della propria terra.
Nel 1993 nacque all’interno di PARC il Fair Trade Department, incaricato di costruire relazioni con le organizzazioni di commercio equo e solidale di tutto il mondo. Grazie alla formazione e al supporto tecnico, le cooperative di contadini iniziarono a produrre couscous, datteri, mandorle e olio d’oliva destinati all’esportazione. Cinque anni più tardi, nel 1998, fu creata Al Reef, il braccio commerciale di PARC, per rendere possibile la vendita diretta dei prodotti palestinesi nei mercati internazionali del commercio equo – in Italia, tramite il consorzio Altromercato.
“Oggi, racconta Altromercato, vivere e lavorare in Palestina significa affrontare coprifuoco, posti di blocco, restrizioni alla libertà di movimento e accesso limitato all’acqua e alle risorse agricole. Le incursioni, la distruzione di infrastrutture e la confisca dei terreni rendono la coltivazione un atto di coraggio quotidiano. In queste condizioni, anche la raccolta o il trasporto dei prodotti possono essere ostacolati in qualsiasi momento.”
Eppure, anche in condizioni estreme, PARC continua a sostenere le comunità rurali, offrendo formazione, assistenza tecnica e occasioni di sviluppo ai piccoli produttori e alle donne. Insieme ad Al Reef, organizza incontri periodici con le cooperative, ascolta le esigenze dei contadini e li accompagna nel miglioramento delle tecniche agricole, della produttività e della sicurezza alimentare.
Così, quando a marzo sugli scaffali del Laboratorio arriveranno quei datteri, quelle mandorle e quel couscous, saprete che dentro ogni confezione c’è molto più di un alimento: c’è una storia di resistenza, di mani che coltivano speranza e di semi che continuano a germogliare, nonostante tutto.
Per prenotare i prodotti palestinesi contattateci qui
Cosa arriverà:
- Mandorle pregiate – confezione da 400g – €14,00
- Datteri medjoul bio – confezione da 1kg – €20,00
- Couscous semintegrale bio – confezione da 1kg – €11,00