«L’attesa è il futuro che si presenta a mani vuote», diceva, sembrerebbe, Michelangelo Buonarroti. Lo abbiamo sperimentato tutti almeno una volta nella vita: aspettare qualcosa che potrebbe non arrivare mai, – che sia una risposta, una soluzione, un cambiamento -, può essere sfiancante. Può portare allo sfinimento, all’abbandono di sogni e speranze, allo sconforto di chi aspetta inutilmente Godot.
Ma non è l’unica strada: quel tempo sospeso può anche caricarsi di significato, può rivelarsi intenso e vivificante se investito bene, se proteso (ad-tendere) verso un orizzonte di senso. Per questo le mani di chi attende vanno riempite, vanno tenute indaffarate e attive perché non cedano il passo alla fiacchezza e allo scoraggiamento. La frase di Michelangelo, in questo senso, è un invito all’operosità, non una condanna! Certo, non è sempre facile trasformare l’attesa in un’occasione feconda, non è scontato staccare quelle mani dalle lusinghe degli strumenti tecnologici, da tanti passatempi sterili o da altre tentazioni debilitanti per corpo e anima…
Le mani colme a cui sto pensando, in particolare, sono quelle dei ragazzi della Locanda dei Girasoli: un bell’esempio di come è possibile trasformare la frustrazione dell’inerzia in energia creativa.
Chi, a Roma, non ha mai sentito nominare la Locanda dei Girasoli? È stata una realtà simbolo dell’inclusione sociale: un ristorante-pizzeria che, per oltre 20 anni, ha offerto opportunità lavorative a giovani con sindrome di Down e altre disabilità cognitive. Fondata nel 1999 nel quartiere Quadraro, ha rappresentato un modello concreto di integrazione e dignità attraverso il lavoro. Sono moltissimi i romani che ci sono andati a cena almeno una volta, magari per rimpatriate con amici, per festeggiare un compleanno o un anniversario, o semplicemente per concedersi una serata speciale. Al massimo, chi è più giovane, potrebbe aver sentito parlare di un progetto analogo, PizzAut, una pizzeria gestita da ragazzi autistici che è nata e cresciuta nella periferia di Milano ed è molto attiva sui social (se così fosse, siete giustificati).
Purtroppo, nel gennaio 2022, dopo 22 anni di impiattamenti, ordinazioni, servizi in sala e grandi soddisfazioni, la Locanda è stata costretta a chiudere definitivamente. Le difficoltà economiche, acuite dal covid, dagli strascichi della pandemia e da problemi strutturali dell’edificio, hanno reso insostenibile la prosecuzione dell’attività.
Successivamente, nel luglio dello stesso anno, è stata assegnata alla cooperativa una nuova sede in via Taranto 54, un immobile ATER precedentemente occupato abusivamente da Forza Nuova e poi sgomberato. Tuttavia, la ristrutturazione dell’immobile, con un costo stimato di almeno 400.000 euro, si è rivelata un ostacolo insormontabile, anche a causa delle promesse non mantenute da parte delle istituzioni. Di conseguenza, nell’aprile 2024, la Locanda è stata costretta a restituire le chiavi dell’immobile all’ATER. Una grande delusione per i ragazzi, e per le loro famiglie, che contavano molto su questa possibilità di svolgere un’attività lavorativa continuativa, dignitosa e gratificante.
Nonostante questa chiusura, la cooperativa non è rimasta con le mani in mano, per l’appunto, e si è reinventata attraverso un servizio di catering per eventi e feste, mantenendo così attivo l’impegno per l’inclusione lavorativa. Inoltre, ha lanciato il progetto “Special Food”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Gioventù, che ha offerto formazione a 10 giovani con disabilità cognitive nel settore del catering, con attività svolte tra Roma e la Sardegna da ottobre 2024 ad aprile 2025.
Tra gli eventi più emozionanti, almeno per qualcuno, spiccano sicuramente le collaborazioni con l’AS Roma: più volte i giovani chef si sono trovati nelle cucine di Trigoria, e per esempio, in occasione del World Down Syndrome Day dell’anno scorso, il club giallorosso ha ospitato i ragazzi della Locanda che hanno preparato i pasti per De Rossi e tutto il team romanista.
A posto così, quindi? Mani e testa sono così impegnati da non aver più bisogno di desiderare altro? Il passaggio ha portato buoni frutti e la trasformazione è compiuta? Au contraire!
Come recita il sito, “la Locanda dei Girasoli, comunque, non ha rinunciato alla vocazione di Ristorante e ha trovato una nuova sede, ma è alla ricerca di finanziamenti per la ristrutturazione per continuare a creare posti di lavoro finalizzati all’integrazione lavorativa e territoriale, per continuare ad essere un esempio concreto di imprenditoria sociale vincente.”
C’è ancora un vuoto importante da colmare, quindi. Ci sono spazi che attendono di essere abitati e talenti che attendono di essere valorizzati. Perciò è molto importante sostenere la Locanda dei Girasoli e la sua missione attraverso il servizio di catering o l’acquisto dei loro prodotti di pasticceria. Con una promessa: “ogni ordine non solo soddisferà il palato, ma contribuirà anche a mantenere i ragazzi con disabilità nel lavoro, promuovendo un futuro più accessibile per tutti.”
Saranno presenti anche alla Festa di Casa Betania, il prossimo 8 giugno: venite a conoscerli di persona!
Per altre info: www.locandadeigirasoli.it – info@girasolialavoro.it