Gli incontri del ricamo

Accoglienza, condivisione, allegria, solidarietà, disponibilità, delicatezza, formazione, motivazione, creatività… tutto questo (e molto altro ancora) ho trovato al Laboratorio Da tutti i Paesi e in Casa Betania.

Una delle mie predilezioni sono i fili e le tele così, avendo conosciuto in passato le creazioni prodotte dal Laboratorio e il lavoro degli operatori di affiancamento e sostegno a chi si trova in condizioni di bisogno, ho deciso di intraprendere l’esperienza di volontaria. Ho iniziato da alcuni mesi, mi diverto un mondo e già mi sento parte di questa grande famiglia.


Tra un lavoro da fare e una riunione ho raccontato della mia grande passione per il ricamo classico e della mia disponibilità a partecipare a degli incontri. Detto fatto! Mi è stato proposto di affiancare alcune mamme che avevano espresso il desiderio di lavorare in Laboratorio. Per me sarebbe stata la prima volta e mi facevo mille domande. Ho poi capito che questi incontri potevano essere un mezzo per alleggerire le difficoltà e sostenere l’autonomia e l’indipendenza di queste “allieve speciali”.
Con l’aiuto delle responsabili del Laboratorio ho proposto lavori basati sulle capacità e inclinazioni personali e così ho preso coraggio e iniziato. E che inizio!
La prima mamma era già esperta e con le idee chiare, molto chiare. Si è presentata puntualissima con il suo bel pancione da ultimo mese di gravidanza, telaio, fili e un bavaglino da ricamare. Punto dopo punto mi ha raccontato di sé, abbiamo fatto una breve conversazione in francese e ho imparato un nuovo tipo di ricamo. Dopo qualche settimana è nata la bimba!

La seconda mamma voleva imparare a ricamare per realizzare qualcosa per suo figlio. Ha superato con grande tenacia i primi ostacoli e ha proseguito piena di entusiasmo e curiosità per ogni nuovo punto imparato. Voleva che le insegnassi altri punti ma tre punti in solo poche ore mi sembravano sufficienti per una principiante. Provava grande soddisfazione per essere riuscita a fare qualcosa da sé e questo la inorgogliva.
La terza mamma aveva già mostrato confidenza con l’ago durante un incontro sulla tecnica giapponese del “boro sashiko” organizzato dal Laboratorio, così con lei ho osato di più. A ogni piccolo passo il suo viso s’illuminava fino a quando abbiamo montato la tela su un telaio con supporto e fatto suonare la stoffa tamburellando con le dita. A quel suono l’emozione è arrivata alle stelle e si è portata le mani al viso con un’esclamazione di sorpresa.
In questi giorni al Laboratorio c’è un gran fermento per preparare il mercatino di Natale, per cui eravamo numerose a condividere lo stesso tavolo di lavoro. Mentre si è insieme si chiacchiera e si racconta. Così alcune mamme hanno condiviso una comune esperienza nella casa e si sono commosse. Ho intravisto delle  lacrime nei loro occhi.

Sapevo, per esperienza personale che l’atto di ricamare (come ogni attività manuale), non è fine a se stesso. È emozione, condivisione, divertimento…

Grazie, grazie di cuore, per avermi accolto in questa grande squadra!

Giovanna

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